Alte specialità in rete: per la DBS intervengono ben sei specialisti. E poi il settimo, altrettanto importante

Il neurologo è la guida fidata del paziente che affronta un intervento di DBS (Deep Brain Stimulation): altri specialisti concorrono in fasi anche cruciali, ma è il neurologo che accompagna il paziente, apre il percorso, e lo completa con le verifiche finali.

Il neurologo è la guida fidata del paziente che affronta un intervento di DBS (Deep Brain Stimulation): altri specialisti concorrono in fasi anche cruciali, ma è il neurologo che accompagna il paziente, apre il percorso, e lo completa con le verifiche finali.

Alte specialità in rete: per la DBS intervengono ben sei specialisti. E poi il settimo, altrettanto importante

  

Lo spiega bene il dottor Rocco Quatrale, Primario della Neurologia dell’Angelo: “Se rappresentiamo l’intervento come un viaggio – dice – lo specialista di neurologia presidia tutte le tappe, in particolare la prima tappa e l’ultima, cioè la dignosi con la selezione iniziale e poi le verifiche dopo, mentre nelle altre tappe il paziente si trova ad avere a che fare anche con diversi altri specialisti, in particolare per la fase chirurgica e poi per quella riabilitativa. Ma il neurologo sta in fianco a lui in ogni tappa e in ogni passaggio”.

 

Dottor Rocco Quatrale - primario di Neurologia Ospedale dell'Angelo di Mestre

 

La DBS prevede un intervento operatorio non certamente minore. La parte più prettamente chirurgica vede ovviamente l’intervento dei neurochirurghi…

Certo: dei neurochirurghi che operano, e prima ancora degli anestesisti, che preparano il paziente all’intervento. Quella con i neurochirurghi e con gli anestesisti sono due sinergie fondamentali nell’ambito del programma DBS, è quasi scontato sottolinearlo. I primi operano il paziente intervenendo in un’area che richiede certamente un’alta specializzazione; i secondi seguono la parte anestesiologica, e mettendo in campo tecniche tutt’altro che banali, poiché il paziente viene operato ‘da sveglio’ in quasi tutti gli interventi che si effettuano. Ora, queste sinergie, queste collaborazioni non nascono da sole, e uno dei maggiori pregi del nostro Ospedale dell’Angelo è che vi operano tutte le alte specialità necessarie ad un intervento complesso, ma soprattutto che queste alte specialità sanno costruire le sinergie di cui parliamo, e metterle al servizio del paziente.

 

Neurochirurghi e anestesisti rianimatori riconsegnano poi però al neurologo il paziente, alla fine dell’intervento…

Per la verità, un altro specialista interviene dopo l’intervento, ed è lo specialista della riabilitazione; e non dimentichiamo l’apporto decisivo, in fase di diagnosi, del neuropsicologo, e quello dei neuroradiologi, che eseguono gli esami strumentali. Altre tre specialità, e siamo quindi a sei, si mettono al servizio del paziente selezionato per la DBS, che compie quindi un vero e proprio viaggio in cui si pongono al suo servizio le migliori eccellenze di un Ospedale HUB. Ma in fianco al paziente, in ogni fase del percorso, sta il neurologo; anche nell’analisi degli esami strumentali, anche in sala operatoria, anche nella fase riabilitativa, il neurologo accompagna la persona, dalla prima visita fino agli esami di follow up, che monitorano la condizione del paziente dopo l’intervento e dopo la fase riabilitativa.

 

Qual è la fase più critica, in questo percorso, dal punto di osservazione del neurologo, che lo segue tutto?

Proprio per il contributo di specialisti preparati in ogni tappa, questo percorso non ha fasi più delicate di altre, dal punto di vista clinico. Certo, l’intervento per la DBS è un intervento chirurgico significativo; e credo si possano individuare due passaggi sicuramente cruciali. Il primo è la decisione di portare il paziente all’intervento, scelta che non si fa con tutti i soggetti, e che anzi va soppesata secondo i precisi criteri di selezione; il secondo passaggio è quello in cui il paziente si abitua all’idea di affrontare l’intervento ‘da sveglio’…

 

Sono molti coloro che rifiutano questa idea e non danno la disponibilità ad un intervento senza anestesia generale?

No, sono solo una piccola percentuale. Da una parte, è vero, gioca il timore di essere svegli mentre il chirurgo agisce ‘dentro’ il cervello; ma dall’altra c’è la consapevolezza, e il soggetto la matura via via, di come può partecipare in modo costruttivo e attivo al miglior esito dell’intervento. Così che gli specialisti che contribuiscono alla DBS, alla fine, sono sette: i sei che abbiamo citato fin qui, a cui si aggiunge però il paziente stesso, che proprio nel corso dell’intervento sul suo cervello, contribuisce con le sue sensazioni e le sue reazioni, di cui è senza dubbio lo ‘specialista’ insostituibile”.

Vuoi saperne di più sulla DBS, la terapia chirurgica per la malattia di Parkinson?
Te ne parla il Primario di Neurologia, Dott. Rocco Quatrale, in questo breve video
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    La “Deep Brain Stimulation” (in sigla DBS) – in italiano si parla di “Stimolazione cerebrale profonda” – è un trattamento chirurgico volto a ridurre i sintomi motori debilitanti caratteristici della malattia di Parkinson, le discinesie, i movimenti irregolari incontrollati causati da alte dosi di farmaci levadopa.
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    La Neurochirurgia dell’Ospedale dell’Angelo opera da più di quindici anni sul tumore al cervello, con il paziente sveglio e collaborante, e con l’aiuto di un navigatore, secondo la frontiera più avanzata della neurochirurgia.
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