Tumori al cervello, una squadra di specialisti al servizio del paziente

Operare un tumore al cervello, con il paziente sveglio e collaborante, e con l’aiuto di un navigatore: è la frontiera avanzata della neurochirurgia, che però, all’Ospedale dell’Angelo di Mestre, i neurochirurghi praticano da più di quindici anni.

Operare un tumore al cervello, con il paziente sveglio e collaborante, e con l’aiuto di un navigatore: è la frontiera avanzata della neurochirurgia, che però, all’Ospedale dell’Angelo di Mestre, i neurochirurghi praticano da più di quindici anni.

Tumori al cervello, una squadra di specialisti al servizio del paziente

  

In sala operatoria il neurochirurgo – spiega il Primario Franco Guidaha due obiettivi primari: da una parte trattare la patologia e quindi liberare il cervello dal tumore che lo aggredisce; dall’altra garantire che l’intervento chirurgico non vada a sua volta ad intaccare le funzioni cerebrali. Operare il paziente da sveglio, come si fa nel nostro Ospedale da quindici anni, permette di offrirgli il massimo dei risultati con il minimo dei rischi, scongiurando cioè il pericolo di provocare danni neurologici aggiuntivi e permanenti”.

Qual è il vantaggio di un intervento “a paziente sveglio?

Con il paziente sveglio e vigile, benché anestetizzato perché non senta alcun dolore, il neurochirurgo può porre domande al malato, controllando attimo per attimo la sua capacità di parola e di movimento: il paziente infatti può rispondere e anche muovere gli arti facendo comprendere esattamente al neurochirurgo l’integrità delle sue funzioni verbali e motorie.

Nel frattempo, il “neuro navigatore” guida il chirurgo, un po’ come fa il “tom tom” con gli automobilisti…

Esatto. Nella sala operatoria neurochirurgica dell’Ospedale di Mestre si opera con un “neuronavigatore” aggiornato alle più recenti funzionalità, il cui funzionamento richiama il GPS del navigatore stradale: nel “neuronavigatore” vengono inseriti i dati della Risonanza Magnetica e/o della TAC del paziente, precedentemente elaborati fondendo insieme le immagini; i sensori applicati alla testa del paziente dialogano con quelli, analoghi, collocati sugli strumenti chirurgici, e lo strumento, attraverso uno schermo e direttamente nel microscopio operatorio, è in grado di guidare il chirurgo nella scelta del miglior percorso per raggiungere il tumore e circoscriverlo.

In questo modo il chirurgo può avere chiari e definiti i rapporti del tumore con queste aree funzionali?

Grazie a questa mappatura continua possono esser distinte le lesioni neoplastiche dalle aree critiche del cervello che sovrintendono alla parola e ai movimenti. Si evitano così i rischi che presentavano le tecniche chirurgiche tradizionali, che potevano produrre conseguenze disabilitanti dopo l’operazione. Si evita il paradosso di liberare il paziente dal tumore, causandogli però disturbi invalidanti nel linguaggio e nella motilità.

Qual è infine l’importanza della colloborazione con altre équipe specialistiche?

Le peculiari tecniche operatorie di eccellenza sono possibili all’Ospedale dell’Angelo grazie alla collaborazione multidisciplinare con le altre specialità: i neuroradiologi, i neurofisiologici, gli anestesisti, gli anatomo-patologi, i radioterapisti, gli oncologi, i medici nucleari, i fisici e gli specialisti della riabilitazione. Con queste équipe specialistiche, la Neurochirurgia dell’Ospedale di Mestre lavora in un team collaudato, secondo un protocollo sempre rispettato.

Come si concretizza questa gestione e questo monitoraggio del paziente fatto in collaborazione multidisciplinare?

Nella Neurochirurgia dell’Angelo ogni paziente con questo tipo di patologia viene seguito, fin dall’inizio, da neurologi e neuropsicologi che, oltre a valutare con i vari test le diverse funzioni cerebrali, sono in grado di preparare psicologicamente il paziente all’intervento chirurgico. La collaborazione con il neuroradiologo consente un dettagliato studio morfologico, ma anche funzionale, del cervello; l'assistenza neurofisiologica intraoperatoria permette di raggiungere aree del cervello che in passato non potevano esser violate. Un delicato lavoro viene svolto dagli anestesisti, che con le loro tecniche permettono al neurochirurgo di operare un paziente sveglio, che nel contempo non prova dolore. Ancora, gli anatomopatologi oltre allo studio anatomico della lesione analizzano anche l'aspetto genetico della neoplasia, fornendo elementi indispensabili per individuare e conoscere la reazione del paziente al trattamento dei farmaci chemioterapici.

E infine c’è il percorso che il paziente affronta dopo l’intervento.

Un paziente con tumore cerebrale non ha però esaurito con la chirurgia tutto il suo percorso ed è per questo che al gruppo multidisciplinare partecipano anche gli specialisti della riabilitazione, che seguono il paziente sia durante la permanenza in ospedale che dopo la dimissione. Agli incoraggianti risultati raggiunti da un punto di vista clinico, si aggiunge la soddisfazione che ci viene espressa dai malati e dai loro familiari.

ULTERIORI APPROFONDIMENTI

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    La Neurochirurgia dell’Ospedale dell’Angelo opera da più di quindici anni sul tumore al cervello, con il paziente sveglio e collaborante, e con l’aiuto di un navigatore, secondo la frontiera più avanzata della neurochirurgia.
  • La Neurochirurgia dell’Ospedale dell’Angelo opera da più di quindici anni sul tumore al cervello, con il paziente sveglio e collaborante, e con l’aiuto di un navigatore, secondo la frontiera più avanzata della neurochirurgia.
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