Intervento al colon-retto: conta il risultato a distanza di tempo
“Alla fine, ciò che io voglio garantire ad un malato che opero per un tumore intestinale – sottolinea dottor Maurizio Rizzo – è il risultato a distanza di tempo”.
Intervento al colon-retto: conta il risultato a distanza di tempo
Il che significa ad esempio che gli specialisti dell’équipe diretta dal Primario prendono ogni misura per preservare la capacità del paziente di usare il bagno normalmente, e la sua funzione sessuale. Il loro impegno è aiutare il paziente non solo a sopravvivere ma a vivere normalmente.
Dottor Rizzo, quali sono gli strumenti che avete a disposizione, come chirurghi, per garantire al paziente questo “risultato a distanza di tempo”?
Qui all’Ospedale dell’Angelo ne abbiamo almeno due: il primo strumento è il vantaggio tecnologico, poiché nel nostro Ospedale abbiamo a disposizione tutte le strumentazioni di ultima generazione, compreso il robot Operatorio Da Vinci; la seconda arma che la nostra équipe ha a disposizione è il lavoro svolto in “gruppo multidisciplinare”, cioè la compresenza di diversi specialisti al fianco del chirurgo durante tutto il percorso di cura, prima durante e dopo l’intervento.
Le strumentazioni più avanzate, che permettono di lavorare in laparoscopia e “in robotica” aiutano il chirurgo. Ma in che modo influiscono sul risultato a distanza di tempo?
Le tecnologie a disposizione della nostra équipe, in sintesi robotica e laparoscopia, permettono un’aggressione alla neoplasia che è insieme più radicale e più adeguata al singolo caso. In particolare quanto al tumore del retto, le strumentazioni più avanzate e il robot Da Vinci ci permettono sui tessuti delicati, che vanno rispettati durante l’intervento. Precisione significa concentrarsi sul male e rispettare quanto non deve soffrire. Tutto questo si traduce in maggiore efficacia con minore invasività: il risultato a distanza di tempo dipende anche da questo.
Quanto alla seconda arma, invece, come influisce sul futuro del paziente la presenza all’Angelo di un gruppo multidisciplinare?
Il risultato a distanza di tempo, e quindi la miglior sopravvivenza del paziente, non dipende solo dall’atto chirurgico. L’intervento è solo una parte all’interno di un percorso terapeutico che inizia con un corretto inquadramento diagnostico, fatto dal nostro collega oncologo. Prima e dopo l’intervento, inoltre, è fondamentale valutare la somministrazione di cure radioterapiche, e per questo è necessaria l’interazione con gli specialisti dell’analisi sul soggetto e sui campioni, e poi l’intervento dei radioterapisti oncologi supportati dai fisici medici. Senza questo lavoro di squadra, che precede e affianca l’intervento chirurgico e che all’Angelo è una tradizione e un vanto, non si garantisce il risultato a distanza di tempo.
Risultato che invece è fondamentale, specie per le persone giovani…
Infatti servono particolari competenze per prendere in carico persone con tumore del colon che abbiano meno di 50 anni; e purtroppo non si tratta di casi rari, poiché si registra un preoccupante aumento del tumore del colon tra le persone di età compresa tra 20 e 40 anni. All’Ospedale di Mestre un gruppo multidisciplinare aiuta i pazienti più giovani ad affrontare al meglio le sfide specifiche che si presentano loro dinnanzi.
Chi deve sottoporsi alla chirurgia per il cancro intestinale sceglie spesso anche in base ai “numeri” di un’équipe e di un Ospedale. E’ una valutazione corretta?
Certo. La ricerca ha dimostrato che nei centri in cui viene eseguito un numero elevato di procedure i chirurghi ottengono i migliori risultati per i loro pazienti. L'Ospedale di Mestre è tra gli ospedali italiani a maggiore numerosità per gli interventi chirurgici: ogni anno ci occupiamo di oltre 200 persone con tumore del colon e del retto, affrontando ogni tipo di tumore del colon, compresi i casi più rari.
Quando si dice che non c’è solo l’intervento si sottolinea l’importanza delle valutazioni preventive, ma anche di quelle che si svolgono dopo l’operazione chirurgica.
Non a caso dedichiamo grande cura al “dopo”, attraverso un follow up personalizzato postoperatorio. Dopo l’intervento l’esame istologico sulla parte asportata ci consente di determinare lo stadio esatto della malattia e, di nuovo in gruppo multidisciplinare, di valutare se al paziente sarà sufficiente un programma personalizzato di verifiche successive, o un ciclo di trattamenti radioterapici postoperatori.
Cosa dite ai familiari di chi ha un tumore, e che magari vivono con ansia per la sorte di una persona cara e anche per il pensiero che si verifichino, in famiglia, altri casi?
Che nell’impegno dell’équipe della Chirurgia generale di Mestre c’è anche un aiuto strutturato ai familiari quanto al tema dei tumori ereditari del colon-retto. Anche le famiglie che sono affette da sindromi genetiche, e che per questo possono essere a rischio elevato di insorgenza di neoplasia, possono fare riferimento con fiducia alla nostra équipe e al gruppo multidisciplinare di specialisti che la affianca.
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