I tumori del "colon-retto": aggressione all'intestino crasso da individuare quanto prima possibile
Il cancro del colon-retto costituisce il terzo tumore maligno nell’uomo per incidenza, dopo quello del polmone e quello della prostata, ed il secondo tumore maligno nella donna, dopo quello della mammella.
I tumori del "colon-retto": aggressione all'intestino crasso da individuare quanto prima possibile
“Con la dizione ‘del colon-retto’ – spiega il Primario della Chirurgia Generale dell’Angelo, il dottor Maurizio Rizzo – si indicano, in realtà i tumori che colpiscono due specifiche parti dell’intestino crasso: il colon, con la sua classica forma a U rovesciata, ed il retto, che, invece, dell’intestino è l’ultimo tratto. La dizione che associa queste due aree anatomiche evidenzia come le due neoplasie siano associate da origini e modalità di evoluzione simili, e vengano affrontate, poi, con tecniche terapeutiche simili”.
"Sia nel colon che nel retto – continua il dottor Rizzo – si può verificare una proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa. La maggior parte di questi tumori, infatti, deriva appunto dalla mutazione in senso maligno di una iniziale neoformazione benigna. L’evoluzione verso il cancro avviene solo in una ridotta percentuale di adenomi, ma, va da sé, questi vanno individuati e studiati quanto prima, per poter intervenire con metodiche endoscopiche e mini-invasive”.
L’elemento più importante è, quindi, rappresentato dalla prevenzione. Proprio a questo sono votati i programmi di screening del tumore del colon-retto, che attraverso la rilevazione del sangue occulto nelle feci (SOF) e la colonscopia, hanno l’obiettivo di fornire una diagnosi precoce.
Tuttavia, nonostante la sperimentata efficacia di questi strumenti, tali neoplasie colpiscono, nel nostro Paese, circa 30.000 uomini e 23.000 donne ogni anno. “Il numero delle persone colpite continua a crescere – spiega il dottor Rizzo – in particolare tra le donne. Per contro, però, diminuisce la mortalità: merito del migliorare delle tecniche terapeutiche e dell’aumento delle diagnosi precoci, che permettono di intervenire quando il tumore è agli stadi iniziali”.
Dal punto di vista della diagnosi bisogna osservare che non sempre tale patologia fornisce un quadro sintomatico chiaro, soprattutto nei suoi stadi iniziali. Stanchezza, anemia, inappetenza, perdita di peso devono metterci in allarme, soprattutto se associati ad una innaturale sregolatezza dell’intestino. Proprio per questa ragione è ancor più importante la corretta adesione ai programmi di screening che, nonostante la loro efficacia, non sono ancora sufficientemente adottati. La possibilità di sopravvivenza è direttamente proporzionale alla rapidità ed alla precocità della diagnosi.
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